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In questo romanzo la riflessione di Rudi Erebara si sofferma sull'inutilità e la gratuità della violenza, strumento di oppressione dei totalitarismi di ogni genere e tempo. Ambientato in Albania all'epoca della guerra fredda, racconta la storia di Sulejman, un pittore perseguitato dal regime comunista. La vicenda ha inizio il 16 ottobre del 1978, giorno del settantesimo compleanno del dittatore Enver Hoxha, ma anche dell'elezione al soglio pontificio di Papa Giovanni Paolo II, nato e cresciuto nella Polonia comunista. Nella tarda serata di quel fatidico 16 ottobre una forte pioggia scolora le lettere degli slogan celebrativi commissionati ai decoratori della compagnia di Stato, per la quale lavora anche Sulejman. Conclusi i festeggiamenti, il regime ordina la caccia ai presunti sabotatori che, evidentemente, non esistevano.